Storica dell’arte, Curatrice, Consulente
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Roberta Giulieni - Storica dell’arte, Curatrice, Consulente.


Nasce il 28 agosto 1978 a Marino (Roma).

Nel 2004 si laurea in Arti Visive del XXI Secolo (Storia dell’Arte Contemporanea) presso l’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”. Nello stesso anno inizia una collaborazione con la GALLERIA SALA 1 di Roma, concernente l’organizzazione e la cura di mostre, tra cui l’evento Roma: Città d’acqua (2005) presso il sito archeologico Sette Sale e l’Auditorium di Mecenate.
Cura la stesura della sezione Opere, vita e fortuna critica per il catalogo della mostra Tito. Opere dal 1979 al 2005, presso il Complesso del Vittoriano, per le Edizioni della Cometa di Giuseppe Appella.

Dall’ottobre 2005 collabora con la GALLERIA MONSERRATO ARTE ‘900 di Vincenzo Mazzarella per la cura di mostre d’arte contemporanea, compreso il lavoro di allestimento e ufficio stampa. Da tale esperienza è nata una collaborazione attiva tra cui l’esposizione Kossiga Boia (2006), mostra fotografica sulle scritte degli anni ‘70 contro il Ministro degli Interni Francesco Cossiga.

Tra il 2006 e il 2007 collabora anche con Umberto Scrocca al progetto dell’ELECTRONIC ART CAFÈ curato da Achille Bonito Oliva, presso il wine bar Camponeschi a Piazza Farnese, organizzando e curando l’ufficio stampa di una serie di mostre di artisti contemporanei internazionali e collaborando con gallerie romane d’arte contemporanea, gli artisti e il quotidiano Off.

Nel dicembre 2006 inizia a lavorare presso la COLLEZIONE JACOROSSI di Roma e ne diventa responsabile fino al 2015.
Nel novembre 2008 collabora al coordinamento della mostra I Fuochi dell’Arte e le sue reliquie, a cura di Achille Bonito Oliva, presso il Foyer dell’Auditorium - Parco della Musica di Roma.


Roberta Giulieni
(Tate Modern, Londra)
Nel 2008 partecipa al progetto Nascondi la pietra, che Caino non la trovi…, in supporto alla Moratoria delle Esecuzioni Capitali votata dalle Nazioni Unite verso l’abolizione totale della pena capitale nel mondo. A cura dell’Associazione Nessuno Tocchi Caino con la Galleria Monserrato Arte ‘900.

Nel 2011 cura la mostra Desidero Ergo Sum, presso la Galleria Sala 1 di Roma. Catalogo edito da Gangemi Editore.
Nel 2012 partecipa alla cura della mostra Le Dee sono tornate, con la presentazione di Vittorio Sgarbi, a Castellabate (SA), e alla mostra Ritratto di famiglia. Laura tra Balla, Cambellotti e Marcucci, presso le Scuderie Estensi di Tivoli (RM), con Vincenzo Mazzarella e Rosanna Ruscio.

Nel 2015 cura le mostre La Politica dei Segni e Teatri di guerra presso lo spazio inArs Art Gallery all’interno della libreria Arion Montecitorio, nato dall’incontro di due imprenditori romani, Marcello Ciccaglioni e Ovidio Jacorossi. Il loro incontro ha dato vita alla riapertura di uno spazio che per oltre quarant’anni ha rappresentato una grande parte della memoria culturale e commerciale del centro storico romano.

Dal febbraio 2016 fino a dicembre 2024 fa parte del Dipartimento di Arte Moderna e Contemporanea della Casa d’Aste Babuino di Roma e torna a collaborare con la Galleria Monserrato Arte ‘900 di Vincenzo Mazzarella fino a dicembre 2018.

Dal 2019 collabora con la Tower Gallery di Diego Costantini a Todi, con il quale organizza diverse mostre che hanno come comune denominatore la valorizzazione di artisti umbri di nascita o che hanno scelto l’Umbria quale luogo elettivo di vita e di lavoro, tra cui Leoncillo, terra, aria, impeto, acqua, fuoco; Federico Fellini, Danilo Donati…la mia Umbria. Convergenze e divergenze; Alighiero 12 & Boetti 15. Un caro saluto...scusa per il ritardo!; Dalla Terra all'Ifinito - NEDDA GUIDI - Sacra Famiglia per la Consolazione; Piero Dorazio. Luce + Colore + Velocità.

Insieme alla Tower Gallery dà vita, inoltre, a diversi progetti che hanno come scopo la valorizzazione del Tempio di Santa Maria della Consolazione di Todi, uno dei maggiori esempi dell’architettura rinascimentale italiana, con i progetti Tommaso Franchi La Consolazione, iniziato nel febbraio 2019 con l’installazione dei primi sei letti e le tracce dei futuri trentaquattro e si è concluso nel 2020 con il posizionamento di tutti i quaranta “giacigli”, fino alla nascita nel 2022 della Biennale di Todi, concorso internazionale dedicato ad artisti cinesi per la realizzazione di un’installazione nello spazio antistante il Tempio, che ha come fulcro il concetto di Consolazione nelle sue vaste interpretazioni e sfumature e l’apertura di un dialogo tra oriente e occidente. Nel 2024 è giunta alla sua seconda edizione.

Nel 2021 cura il progetto esecutivo per la mostra Mario Schifano. I’m on fire. Opere dalla Collezione Ovidio Jacorossi restituite dal fuoco, presso Palazzo Sant’Elia di Palermo a cura di Marco Meneguzzo.

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Roberta Giulieni

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eMail eMail: info@robertagiulieni.it




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Valutare un’opera d’arte moderna e contemporanea significa tenere in considerazione molteplici fattori. Non è, infatti, sufficiente compiere una semplice media dei risultati di vendita all’incanto di opere simili per ipotizzare il giusto prezzo, questi dati devono essere interpretati e letti con cura da un professionista del settore.
I vari elementi che devono essere presi in considerazione e le relazioni tra gli stessi sono i seguenti:

Autore:
Esiste una grande differenza se si considera il lavoro di un artista emergente oppure se si tratta di uno già storicizzato. Nel caso di un artista già affermato ci saranno maggiori transazioni da prendere a confronto, sia nel mercato primario, dove le opere vengono proposte per la prima volta, ma soprattutto in quello secondario delle aste che trattano lavori che contano già uno o più passaggi sul mercato (la verifica può avvenire attraverso le più conosciute e disponibili banche dati). Ciò non toglie che opere dello stesso autore raggiungano prezzi molto diversi tra loro. Può contribuire il fatto che si tratti di un’opera unica o di un’opera seriale, come le incisioni, le litografie o le acqueforti.

Titolo o soggetto:
Secondo elemento da considerare è il titolo o il soggetto dell’opera. Questi identificano anche una fascia di prezzo: è il caso di Giorgio Morandi, infatti le sue “nature morte” raggiungono quotazioni molto più elevate rispetto ai “paesaggi”, che a loro volta superano i “fiori”.

Data di esecuzione:
La carriera di un artista è caratterizzata da diverse fasi: gli inizi o le sperimentazioni e la fase più matura. Alcune di esse possono risultare più “interessanti” e apprezzate dai collezionisti e raggiungere quindi quotazioni maggiori sul mercato rispetto ad altri periodi. Le opere della maturità di un artista sono, in genere, anche le opere più richieste dal mercato.

Tecnica:
La tecnica è ciò che identifica il supporto e come l’artista ha realizzato o fatto realizzare il suo lavoro. Numerose possono essere le tecniche utilizzate e ciascuna di essa incide in maniera diversa sul prezzo dell’opera: olii su tela, incisioni, tempere su cartone, acquerelli, gouache, matite, smalti, ceramiche, video, fotografie, ricami, e così via. Così esisteranno diverse fasce di prezzo, anche se si sta considerando lo stesso autore.

Dimensione:
Per quanto riguarda invece le dimensioni di un quadro si è soliti pensare che più è grande la tela più il prezzo cresca, ma non è sempre detto che delle misure importanti siano l’elemento determinante nell’aumento delle quotazioni; in questo caso sono diversi i fattori da tenere in considerazione.

Certificazione di autenticità:
Fondamentale è la presenza di un certificato di autentica, che deve essere rilasciata dall’artista, se vivente, oppure dall’archivio o fondazione d’artista o da qualsiasi altro ente certificatore che ne abbia la facoltà e il riconoscimento di tale attività da parte del mercato dell’arte. La certificazione di autenticità incide in maniera significativa sulla valutazione della stessa, da un punto di vista artistico, economico e sulla sua vendibilità. Bisogna tuttavia ricordare che non tutti gli artisti hanno un ente certificatore e che può capitare che addirittura esistano due soggetti, tipicamente un archivio e una fondazione, in disaccordo tra loro che svolgano la stessa attività. In questi casi è importante capire quale è considerato il soggetto più autorevole da parte del mercato dell’arte.

Provenienza:
Nella valutazione di un’opera l’esperto considera anche la provenienza. Se un lavoro è appartenuto ad un collezionista o famiglia illustre, questo dato fa aumentare sensibilmente la sua quotazione.

Esposizioni:
Altro aspetto collegato alla storia e al percorso dell’opera è la partecipazione a esposizioni, personali o collettive, che solitamente ne incrementano il valore. A volte però esistono casi in cui l’elemento “inedito” ne può far ugualmente accrescere la quotazione.

Bibliografia:
La presenza poi di un’opera nel catalogo ragionato o generale dell’artista e su altri cataloghi porta a un incremento del suo valore. Questo perché non solo vuol dire che l’opera è ritenuta autentica, ma anche che è considerata importante per la carriera di quel particolare artista.

Stato di conservazione:
In ultimo, lo stato di conservazione incide molto sulla valutazione di un’opera. La stima iniziale può essere modificata se il lavoro necessita di pulizia o di restauro. In questi casi è anche importante tenere in considerazione se il tipo di intervento necessario debba essere conservativo o di ripristino.

Il presente testo deriva da un estratto di ART&LAW n. 2 del 2019 su “L’ACQUISTO (IN)CONSAPEVOLE DI OPERE D’ARTE” di Negri-Clementi Studio Legale Associato.

L’archiviazione è l’inserimento dell’opera da parte dell’archivio dell’artista all’interno del catalogo generale o ragionato che raccoglie tutte le opere autentiche dell’artista. Il catalogo rappresenta quindi la selezione di opere fatta dall’archivio dell’artista, costituito generalmente dall’artista, se ancora vivente, o dagli eredi insieme ad alcuni esperti. L’archiviazione può quindi costituire un’evidente prova dell’autenticità dell’opera, al di là del certificato di autentica che resta comunque l’elemento privilegiato dal mercato.

Il certificato di autenticità è un documento che deve accompagnare l’opera d’arte in quanto ne stabilisce la validità sia da un punto di vista artistico che per fini commerciali. Solitamente si tratta di una riproduzione fotografica dell’opera che riporta al retro la descrizione del bene (autore, titolo, tecnica, dimensioni, anno di realizzazione, provenienza). Tale dichiarazione è sottoscritta dall’artista o dagli altri soggetti che hanno autenticato l’opera.
E’ fondamentale possedere l’autentica di un’opera d’arte in quanto questa ne tutela il valore artistico e ed economico, è l’elemento che arricchisce la storia dell’opera e ne convalida il valore commerciale.

Le modalità di autenticazione sono diverse e variano a seconda che si tratti di un’opera di un autore vivente o defunto. In base a quanto stabilito dalla Legge n. 633 del 22 aprile 1941, il diritto ad autenticare l’opera d’arte spetta in primo luogo all’autore e, dopo la sua morte, agli eredi, alle fondazioni, agli archivi e ai periti. In alcuni casi però esiste una distonia tra diritto e mercato in quanto quest’ultimo riconosce come “autenticatori di riferimento” dei soggetti che non coincidono sempre con quelli legittimati dalla legge ma vengono riconosciuti come tali da galleristi e case d’asta grazie alla loro autorevolezza.

Per conoscerne il valore di un’opera d’arte questo deve essere valutato da esperti conoscitori del mercato dell’arte come periti o case d’asta mentre per accertarne la validità l’opera deve essere sottoposta a soggetti preposti alla sua autenticazione i quali rilasceranno il certificato di autenticità.


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