Storica dell’arte, Curatrice, Consulente

F.A.Q.


     

Valutare un’opera d’arte moderna e contemporanea significa tenere in considerazione molteplici fattori. Non è, infatti, sufficiente compiere una semplice media dei risultati di vendita all’incanto di opere simili per ipotizzare il giusto prezzo, questi dati devono essere interpretati e letti con cura da un professionista del settore.
I vari elementi che devono essere presi in considerazione e le relazioni tra gli stessi sono i seguenti:

Autore:
Esiste una grande differenza se si considera il lavoro di un artista emergente oppure se si tratta di uno già storicizzato. Nel caso di un artista già affermato ci saranno maggiori transazioni da prendere a confronto, sia nel mercato primario, dove le opere vengono proposte per la prima volta, ma soprattutto in quello secondario delle aste che trattano lavori che contano già uno o più passaggi sul mercato (la verifica può avvenire attraverso le più conosciute e disponibili banche dati). Ciò non toglie che opere dello stesso autore raggiungano prezzi molto diversi tra loro. Può contribuire il fatto che si tratti di un’opera unica o di un’opera seriale, come le incisioni, le litografie o le acqueforti.

Titolo o soggetto:
Secondo elemento da considerare è il titolo o il soggetto dell’opera. Questi identificano anche una fascia di prezzo: è il caso di Giorgio Morandi, infatti le sue “nature morte” raggiungono quotazioni molto più elevate rispetto ai “paesaggi”, che a loro volta superano i “fiori”.

Data di esecuzione:
La carriera di un artista è caratterizzata da diverse fasi: gli inizi o le sperimentazioni e la fase più matura. Alcune di esse possono risultare più “interessanti” e apprezzate dai collezionisti e raggiungere quindi quotazioni maggiori sul mercato rispetto ad altri periodi. Le opere della maturità di un artista sono, in genere, anche le opere più richieste dal mercato.

Tecnica:
La tecnica è ciò che identifica il supporto e come l’artista ha realizzato o fatto realizzare il suo lavoro. Numerose possono essere le tecniche utilizzate e ciascuna di essa incide in maniera diversa sul prezzo dell’opera: olii su tela, incisioni, tempere su cartone, acquerelli, gouache, matite, smalti, ceramiche, video, fotografie, ricami, e così via. Così esisteranno diverse fasce di prezzo, anche se si sta considerando lo stesso autore.

Dimensione:
Per quanto riguarda invece le dimensioni di un quadro si è soliti pensare che più è grande la tela più il prezzo cresca, ma non è sempre detto che delle misure importanti siano l’elemento determinante nell’aumento delle quotazioni; in questo caso sono diversi i fattori da tenere in considerazione.

Certificazione di autenticità:
Fondamentale è la presenza di un certificato di autentica, che deve essere rilasciata dall’artista, se vivente, oppure dall’archivio o fondazione d’artista o da qualsiasi altro ente certificatore che ne abbia la facoltà e il riconoscimento di tale attività da parte del mercato dell’arte. La certificazione di autenticità incide in maniera significativa sulla valutazione della stessa, da un punto di vista artistico, economico e sulla sua vendibilità. Bisogna tuttavia ricordare che non tutti gli artisti hanno un ente certificatore e che può capitare che addirittura esistano due soggetti, tipicamente un archivio e una fondazione, in disaccordo tra loro che svolgano la stessa attività. In questi casi è importante capire quale è considerato il soggetto più autorevole da parte del mercato dell’arte.

Provenienza:
Nella valutazione di un’opera l’esperto considera anche la provenienza. Se un lavoro è appartenuto ad un collezionista o famiglia illustre, questo dato fa aumentare sensibilmente la sua quotazione.

Esposizioni:
Altro aspetto collegato alla storia e al percorso dell’opera è la partecipazione a esposizioni, personali o collettive, che solitamente ne incrementano il valore. A volte però esistono casi in cui l’elemento “inedito” ne può far ugualmente accrescere la quotazione.

Bibliografia:
La presenza poi di un’opera nel catalogo ragionato o generale dell’artista e su altri cataloghi porta a un incremento del suo valore. Questo perché non solo vuol dire che l’opera è ritenuta autentica, ma anche che è considerata importante per la carriera di quel particolare artista.

Stato di conservazione:
In ultimo, lo stato di conservazione incide molto sulla valutazione di un’opera. La stima iniziale può essere modificata se il lavoro necessita di pulizia o di restauro. In questi casi è anche importante tenere in considerazione se il tipo di intervento necessario debba essere conservativo o di ripristino.

Il presente testo deriva da un estratto di ART&LAW n. 2 del 2019 su “L’ACQUISTO (IN)CONSAPEVOLE DI OPERE D’ARTE” di Negri-Clementi Studio Legale Associato.

L’archiviazione è l’inserimento dell’opera da parte dell’archivio dell’artista all’interno del catalogo generale o ragionato che raccoglie tutte le opere autentiche dell’artista. Il catalogo rappresenta quindi la selezione di opere fatta dall’archivio dell’artista, costituito generalmente dall’artista, se ancora vivente, o dagli eredi insieme ad alcuni esperti. L’archiviazione può quindi costituire un’evidente prova dell’autenticità dell’opera, al di là del certificato di autentica che resta comunque l’elemento privilegiato dal mercato.

Il certificato di autenticità è un documento che deve accompagnare l’opera d’arte in quanto ne stabilisce la validità sia da un punto di vista artistico che per fini commerciali. Solitamente si tratta di una riproduzione fotografica dell’opera che riporta al retro la descrizione del bene (autore, titolo, tecnica, dimensioni, anno di realizzazione, provenienza). Tale dichiarazione è sottoscritta dall’artista o dagli altri soggetti che hanno autenticato l’opera.
E’ fondamentale possedere l’autentica di un’opera d’arte in quanto questa ne tutela il valore artistico e ed economico, è l’elemento che arricchisce la storia dell’opera e ne convalida il valore commerciale.

Le modalità di autenticazione sono diverse e variano a seconda che si tratti di un’opera di un autore vivente o defunto. In base a quanto stabilito dalla Legge n. 633 del 22 aprile 1941, il diritto ad autenticare l’opera d’arte spetta in primo luogo all’autore e, dopo la sua morte, agli eredi, alle fondazioni, agli archivi e ai periti. In alcuni casi però esiste una distonia tra diritto e mercato in quanto quest’ultimo riconosce come “autenticatori di riferimento” dei soggetti che non coincidono sempre con quelli legittimati dalla legge ma vengono riconosciuti come tali da galleristi e case d’asta grazie alla loro autorevolezza.

Per conoscerne il valore di un’opera d’arte questo deve essere valutato da esperti conoscitori del mercato dell’arte come periti o case d’asta mentre per accertarne la validità l’opera deve essere sottoposta a soggetti preposti alla sua autenticazione i quali rilasceranno il certificato di autenticità.

Lo studio di un’opera d’arte, che si tratti di pittura, scultura, grafica o di tipologie di opere che utilizzano materiali al di fuori delle tecniche più tradizionali, riguarda l’analisi di diversi aspetti:

Analisi estetica e tecnica di esecuzione: ossia lo studio della composizione formale dell’opera intesa come tecnica applicata che comprende i materiali utilizzati e la capacità esecutiva, elementi entrambi che esprimono e identificano la gestualità tipica dell’artista di riferimento o lo stile, ossia il modo di organizzare gli elementi formali di un’opera proprio dell’artista.

Descrizione del bene e datazione: ossia l’identificazione del soggetto, ove presente, e dei dati tecnici di esecuzione, cui si aggiunge l’elemento fondamentale della data, le dimensioni e il titolo. La firma ad esempio si identifica attraverso un confronto diretto con la grafia di opere riconosciute come originali.

Biografia dell’artista: ossia l’attività dell’artista, elemento necessario perché aiuta il collezionista o l’esperto a collocare l’esecuzione dell’opera nell’ambito del contesto storico specifico.

Provenienza del bene: che comprende i dati essenziali delle precedenti compravendite, attraverso le quali il dipinto è giunto all’ultimo proprietario. Ciò era già previsto con la legge n. 1062 del 1971 che obbligava gli artisti alla realizzazione di archivi, con il compito di certificare le opere da loro prodotte.

Attribuzione in mancanza di un archivio o fondazione di riferimento: stabilita esclusivamente attraverso lo studio di compatibilità con un'opera certificata. Ciò comporta la stesura di una relazione da parte dell’esperto, ossia una perizia elaborata con elementi qualificati, frutto di un’ampia analisi comparata e in grado di confermare l’autenticità o non autenticità di un’opera.

Al fianco di queste analisi sono spesso necessari esami di carattere tecnico-scientifico, utili per opere che abbiano almeno cinquanta o sessant’anni. I risultati di questi esami diagnostici ci trasmettono i dati necessari per esprimere un parere più sicuro.

Un buon inventario aggiornato periodicamente delle opere possedute è importante nel caso di furto o danni derivanti da fuoco o acqua per la richiesta di risarcimenti alle assicurazioni o per descrivere le opere alle autorità per la ricerca della refurtiva.
Le informazioni e i documenti che devono essere raccolti sulle opere sono:
- autore, titolo, anno, tecnica, materiale, dimensioni
- note varie (esposizioni, pubblicazioni, iscrizioni, bibliografia)
- una o più fotografie a colori
- eventuale fotografia autenticata
- la data ed il prezzo di acquisto ed eventuale ricevuta o fattura
- eventuale valore assicurato
- eventuale valore di stima
- il nome o la ragione sociale del venditore
- il condition report
- dove è custodita l’opera ed eventuali ricevute
- un numero univoco di inventario
Un copia dell’inventario, di eventuali documenti, delle foto deve essere conservata in un posto sicuro diverso dal luogo in cui sono custodite le opere e i documenti originali.

Spesso il venditore di un’opera d’arte (gallerista, mercante, casa d’aste ecc..) rilascia una dichiarazione a garanzia della stessa, corredata da una foto dell’opera ove possibile e recante tutte le informazioni disponibili, in questo caso si tratta di un certificato di provenienza che sicuramente aiuta a ricostruire la storia dell’opera e facilita le procedure di autenticazione o di archiviazione ma non può sostituire il certificato di autenticità vero e proprio.

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Roberta Giulieni

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